Nuova udienza ad Atlanta sul caso dei Cinque

Dr. Rodolfo Dávalos
29 luglio 2007

Vi sarà una nuova udienza ad Atlanta sul caso dei Cinque. Come il nostro popolo sa, una giuria di tre giudici designati dall’Undicesimo Circuito di Appello revocò, con una documentata sentenza del 9 agosto del 2005, l’illegale verdetto e le ingiuste sentenze pronunciate nel rabberciato processo di Miami contro i Cinque. Il governo degli Stati Uniti presentò appello contro quella decisione, che stabiliva la celebrazione di un altro processo, utilizzando ancora una volta pressioni e menzogne che hanno fatto si che un anno dopo il Plenum del Circuito di Appello emetesse a maggioranza una sentenza di annullamento di quella precedente. Con ciò, il caso tornava ai giudici dell’appello iniziale affinchè si pronunciassero sulle altre cause o motivi di inconformità che erano stati prospettati.

In questo modo, d’accordo alle regole federali del procedimento d’appello davanti alla Corte del Circuito, gli avvocati della difesa presentarono nello scorso mese di dicembre documentazione aggiuntiva in cui venivano fissati i punti che desideravano fossero oggetto del nuovo dibattimento. Tale documentazione venne presentata alla Procura che dette la sua risposta e alla fine, nel gennaio di quest’anno, la difesa consegnò la sua replica.

Il fascicolo del processo passò nuovamente per il suo esame ai giudici dell’appello iniziale ed è stata predisposta la celebrazione di un’udienza o rito orale per la difesa che si dovrà celebrare il prossimo 20 agosto.

Casualmente, alcuni giorni fa, nel pieno di un incontro sul caso dei Cinque in cui si perorava la loro liberazioneuna, chiamata telefonica proveniente dal Guatemala mi mise in contatto con i componenti del Coordinamento di Solidarietà con Cuba. Con una prima domanda chiedevano notizie sullo stato del processo e quindi, dopo aver fornito loro l’informazione richiesta, non si fece attendere un secondo interrogativo: Quali sono gli argomenti della difesa per questo aooello ad Atlanta?

Vale la pena di ricordare che la documentazione degli avvocati della difesa dei Cinque, presentati opportunamnete contro il verdettio e la sentenza pronunciata a Miami, contiene 24 cause o motivi di inconformità e attacco contro le sentenze. Di questi, uno solo è stato oggetto di analisi e di de cisione, tanto da parte della giuria di tre giudici sia del Plenum, cioè quello prospettato in riferimento al VI emendamento della Costituzione degli Stati Uniti: l’assenza di una giuria imparziale, per cui era necessario un cambiamento di sede per la celebrazione di un nuovo processo, fuori da Miami e ciò, come spiegato anteriormente, venne accolto prima dai tre giudici, revocato poi dal Plenum. E’ così che su questo punto c’è una “cosa già giudicata”, e non può riaprirsi il dibattito, ma non è così per quanto riguarda tutto il resto.

Ora, ancora una volta gli avvocati della difesa tornano “alla carica”, ed acquistano rinnovata forza gli argomenti anteriormente esposti. Su alcuni di essi ha insistito la difesa nelle sue nuove dichiarazioni o esposizioni complementari presentate. Gli argomenti sono:

Il comportamento malevolo e fraudolento della Procura durante tutto il processo che rappresenta una burla verso il sistema giudiziario nordamericano. Più volte la Procura ha violato le norme che regolano il suo comportamento, ed è stato superato il limite fissato con osservazioni inammissibili e provocatrici che viziano la regolarità del processo.
Non è stata provata nessuna delle accuse per le quali sono state emesse le ingiuste condanne all’ergastolo. Non vi è stata alcuna cospirazione ai fini di spionaggio; I Cinque non sono spie, perchè la loro intenzione non è stata mai quella di ottenere informazioni sulla difesa, la sicurezza, gli interessi del governo degli Stati Uniti. E neanche vi è stata cospitazione da parte di Gerardo per commettere un omicidio; non esiste legame alcuno tra Gerardo e l’abbattimento, il 24 febbraio del 1996, degli aerei da turismo.
Non sono state fornite alla giuria le debite istruzioni sulla difesa de necesidad. La giuria avrebbe dovuto essere istruita sulla tutela legale della condotta umana quando la persona si trova difronte al dilemma di dover arrivare ad infrangere la legge pur di evitare un male maggiore; ossia, violare una norma legale che fissa un obbligo regolamentare (in questo caso registrarsi come agente di un governo straniero) per poter evitare che venissero commesse azioni estremamente pericolose e a danno dell’umanità come è il terrorismo.
L’indebita applicazione del CIPA (sigla inglese di “Classified Information Procedures Act”), ossia la Legge di Procedura Informativa Riservata, statuto legale che autorizza che un processo nell’ambito del sistema giudiziario degli Stati Uniti si svolga in base a un procedimento especiale diretto a proteggere le informazioni riservate. Ma, come è stato detto e dimostrato, a nessuno dei Cinque è stato sequestrato alcun documento riservato, segreto, protetto dallo Stato nordamericano o di interesse del Governo, verso i quali non esisteva interesse alcuno. CIPA è stata solo una scusa per lasciare mano libera a la Procura e legare quelle della difesa.

Ognuno di questi argomenti merita un’analisi più approfondita, per ora è sufficiente citarli per far conoscere che sono sulla scrivania della Corte di Atlanta.

I giudici avranno nuovamente la resopnsabilità di fare giustizia. Dobbiamo nuovamente essere attenti, chiedere la solidarietà, già non soltanto per la libertà dei Cinque, ma per il bene stesso dell’umanità; dato che, come ebbe modo di dire un pensatore “L’ingiustizia anche se fatta verso una sola persona, rappresentas una minaccia diretta contro tutti”.