Le idee vinceranno sempre la battaglia

• Ha affermato il Presidente cubano nel suo Intervento Speciale di giovedì, indicando negli USA i responsabili della creazione ed estensione del terrorismo. I documenti del FBI e della CIA espongono dettagliatamente le azioni criminali di Luis Posada Carriles.

ORFILIO PELÁEZ / ALBERTO NÚÑEZ

“Questa battaglia per la verità, contro il terrorismo, è anche una battaglia per la liberazione dei Cinque Eroi. Penso che, camminando per i chilometri necessari, marceremo per loro perchè, nella misura in cui smaschereremo le menzogne dell’impero e faremo a pezzi calunnie e menzogne, ci avvicineremo alla liberazione di questi Compatrioti, con l’aiuto del popolo nordamericano e dei suoi valori etici”.

Questo ha affermato il leader della Rivoluzione cubana nell’Intervento Speciale pronunciato giovedì nel Palazzo delle Convenzioni, durante il quale ha ribadito di essere convinto che saranno sempre le idee a vincere la battaglia e che l’imperialismo, per quanto sia potente ed agisca nel mondo come unica superpotenza, non potrà distruggere la nostra opera.

“Le idee ed i sogni di Bolívar hanno reso possibile la Rivoluzione Bolivariana ed hanno portato al trionfo di Chávez. Adesso”, ha aggiunto, “le armi non potranno togliergli questa vittoria, tantomeno oggi che il nemico è rimasto intrappolato nella rete delle sue menzogne e del suo terrorismo”.

Fidel ha spiegato che, come nel caso del piccolo Elián González, le idee stanno incoraggiando persone normali ed intelligenti degli Stati Uniti, facendo loro scrivere articoli giornalistici che stanno contribuendo a far emergere tutta l’ipocrisia, doppia morale e complicità del Governo nordamericano rispetto a Posada Carriles ed al terrorismo.

Fidel ha puntualizzato che le idee sono le armi fondamentali a disposizione dell’umanità per difendersi e lo saranno sempre di più, oggi come in nessun altro momento della storia.

Ha ricordato che i poderosi mezzi militari del vicino del Nord non furono sufficienti a sconfiggere il popolo vietnamita, non impedirono la Rivoluzione cinese nè che quel paese arrivasse ad essere quel che oggi è. “Tutta questa forza economica, militare, tecnologica, politica e mediatica non è riuscita a vincere la Rivoluzione cubana”, ha enfatizzato.

Subito dopo ha rinnovato la sua gratitudine per l’esistenza e l’aiuto dell’Unione Sovietica, considerando che fu molto importante la sua posizione a fianco di Cuba nella lotta contro le aggressioni yankees. “Questo non possiamo negarlo”, ha detto, “se non vogliamo scadere in uno sciovinismo di bassa lega”.

A proposito della scomparsa di quella Rivoluzione autentica, ha invitato a riflettere sulle terribili conseguenze causate dalla non conoscenza della Storia, dalla mancanza di cultura politica, dal dogmatismo e dagli errori degli uomini ed in particolare dei leaders.

Fidel ha segnalato che “coloro i quali fecero crollare il Socialismo regalarono al mondo la vittoria di una superpotenza egemonica. Ma è una vittoria di Pirro, perchè sono i popoli a fare la storia ed il nostro ne è un esempio. Siamo orgogliosi di essere alla testa di una battaglia per la sovranità, la dignità umana e la Rivoluzione”.

CHI HA CREATO I TERRORISTI?

“La prima cosa che bisognerebbe chiedersi è chi sia stato a creare il terrorismo, ad inventare i terroristi, chi ha commesso migliaia di atti criminali, chi ha disseminato l’emisfero di terroristi e mercenari anticubani”, ha detto il compagno Fidel Castro.

Ha spiegato che questa responsabilità ricade sulle Amministrazioni USA, che “hanno esteso nel mondo il metodo di pianificare l’assassinio di dirigenti e di organizzare atti terroristici con la partecipazione diretta, o quanto meno con la tolleranza, dei loro servizi ed istituzioni statali”.

“E’ stata questa la scuola”, ha aggiunto, “dove si sono formati i terroristi o gli organizzatori dei misfatti costati la vita a migliaia di statunitensi nelle Torri Gemelle”.

Ha sottolineato che “tutti gli atti terroristici avvenuti a Cuba dopo il trionfo della Rivoluzione sono stati organizzati dagli USA”.

GLI AMICI DEL PICCOLO FÜHRER

I documenti declassificati dal FBI e dalla CIA riflettono la stretta connessione che è sempre esistita tra Posada Carriles e la Fondazione Nazionale Cubano-Americana (FNCA), specialmente con il suo allora leader Jorge Más Canosa e di questi con l’Amministrazione Bush ed altri personaggi, come l’ex presidente del Governo spagnolo José María Aznar.

Fidel ha indicato che la FNCA ha patrocinato molti sabotaggi ed attentati contro il nostro popolo ed è inoltre stata la principale finanziatrice della collocazione di ordigni esplosivi negli alberghi ed in altre installazioni turistiche a L’Avana, nel 1997.

Ha argomentato che “quando si formò questa alleanza, vennero create lobbies per raccogliere fondi e sostenere campagne politiche che portassero al potere individui guerrafondai e senza principi, oltre che usare le somme necessarie a mettere bombe, assassinare e patrocinare il terrorismo internazionale. Sono questi gli amici del piccolo führer”.

LE RIVELAZIONI DEL FBI E DELLA CIA

Il Presidente cubano ha letto alcuni dispacci d’agenzia che espongono dettagliatamente le rivelazioni del FBI sul protagonismo di Posada e Más Canosa nel gioco sporco di attentare non solo contro la Rivoluzione cubana, ma anche contro istituzioni sovietiche e di altre nazioni.

Continuando a leggere i documenti declassificati della CIA e del FBI, nei quali vengono dimostrate la responsabilità di Posada Carriles ed Orlando Bosch nell’attentato contro l’aereo cubano a Barbados, nonchè la partecipazione diretta di Guillermo Novo Sampol all’assassinio dell’ex ministro degli Esteri cileno Orlando Letelier, Fidel ha ricordato che, a 29 anni di distanza da quegli orribili avvenimenti, l’Amministrazione Bush ha inviato il suo Segretario di Stato a Panama per chiedere alla “Mocosa” la loro liberazione.

“Sappiamo che in quest’operazione è circolato denaro. Mentre Posada si stava recando in Honduras, gli altri terroristi che hanno avuto la pena condonata dalla Presidentessa panamense hanno preso la direzione di Miami, dove sono stati ricevuti di fronte agli occhi di tutti”, ha affermato.

Dopo aver fatto riferimento all’arrivo di Posada Carriles in questa città proveniente dal Messico, Fidel ha rivolto un appello ai mezzi d’informazione affinchè “chiedano ed insistano nel voler sapere in che modo questo personaggio sia arrivato in territorio nordamericano, se a piedi o con la famosa imbarcazione ‘Santrina’, come da noi denunciato”.

“L’attuale Governo statunitense ha pagato così il suo debito con la mafia anticubana ed è per questo che gli duole così tanto doverlo arrestare, dopo aver mandato il più importante segretario dell’Amministrazione a chiedere la sua liberazione”, ha enfatizzato il leader della Rivoluzione.

“Penso”, ha affermato, “che l’opinione pubblica nordamericana non perdonerà mai al suo Governo le menzogne pronunciate sulla questione, secondo le quali le autorità non sapevano niente di questa faccenda”.

Fidel ha letto un altro dei documenti declassificati degli Archivi di Sicurezza Nazionale, dove la CIA dice al FBI di aver avuto l’ultimo contatto con Posada Carriles nel giugno 1976 e riconosce la sua partecipazione alle aggressioni armate contro Cuba.

Un particolare interesse ha suscitato il rapporto preparato dal Burò del FBI in Venezuela datato 7 ottobre 1976, dove si fa presente che, vista la detenzione a Trinidad e Tobago degli autori materiali dell’attentato all’aereo della ‘Cubana’ a Barbados (i venezuelani Freddy Lugo ed Hernán Ricardo), alcune persone stavano parlando di fare quanto necessario per far uscire immediatamente dal Venezuela Orlando Bosch e Luis Posada Carriles. Nel testo si fa riferimento anche al contatto tenuto dal mercenario Freddy Lugo con l’ambasciata nordamericana a Barbados.

“Questo”, ha sottolineato Fidel, “dimostra che gli Stati Uniti sapevano fin dal principio del coinvolgimento dei due terroristi nella provocata esplosione dell’aereo cubano e, invece di rispondere alla richiesta di aiuto fatta loro dalla polizia di Trinidad e Tobago, che stava indagando, rimasero in silenzio ed occultarono le prove.

Secondo quanto appare in un altro documento del FBI (commentato dal leader della Rivoluzione), datato 18 agosto 1978 il CORU, cioè il Coordinamento delle Organizzazioni (Contro)rivoluzionarie Unite, viene considerato un’organizzazione terroristica anticastrista, che riunisce altri cinque gruppi della stessa risma.

Nello stesso testo si scrive del curriculum criminale di Bosch, il quale riconosce di aver inviato pacchi-bomba alle ambasciate cubane in Perù, Canada, Spagna ed Argentina e di come il CORU pensasse di utilizzare un possibile avvicinamento Cuba-USA sotto l’Amministrazione Carter, per compiere nuovi attacchi terroristici dall’interno dell’Isola.

Fa anche riferimento all’elaborazione di piani di sabotaggio contro i voli turistici che stavano iniziando allora tra i due paesi via Messico, per intimorire le persone interessate a questi viaggi.

Lo stesso FBI afferma che, anche se si trovava in stato di detenzione in Venezuela, Orlando Bosch continuò a dirigere il CORU e minacciò di fare la guerra al Governo di quel paese se non fosse stato rimesso in libertà.

Riferendosi a tali rivelazioni, Fidel ha sottolineato che Bosch non avrebbe potuto essere indultato in nessun modo; è un criminale internazionale che ha commesso ogni tipo di delitto e che deve essere giudicato in Venezuela od in qualsiasi altro luogo.

PIU’ CRIMINI DEL CORU

In un’altra parte del suo intervento speciale, il Presidente cubano ha letto dei frammenti di un altro rapporto del FBI, dove si allude alle dichiarazioni di Reinol Rodríguez, capo del CORU a Porto Rico, riguardanti la preparazione nel 1978 di nuovi piani per attaccare consoli cubani fuori dal territorio USA.

Questa citazione ha motivato un intervento di Ricardo Alarcón de Quesada, presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, per chiarire che proprio questo Reinol potrebbe essere l’assassino diretto del giovane Carlos Muñiz Varela, ucciso a colpi d’arma da fuoco in mezzo ad una strada di San Juan di Portorico il 28 aprile 1979 a soli 26 anni di età. “Questo crimine”, ha ricordato Alarcón, “fu attribuito al CORU ma il FBI non ha mai indagato e nessuno è stato processato. Sono passati 26 anni e non è stata fatta giustizia. E’ giusto che noi innalziamo come una bandiera di lotta in più la rivendicazione di Carlos Muñiz Varela, difensore dell’indipendenza di Porto Rico e promotore della visita a Cuba di migliaia di giovani emigrati residenti in quell’isola sorella”.

Fidel ha aggiunto che Muñiz Varela deve essere considerato un martire della Rivoluzione, un combattente ed ha espresso il desiderio che alcune scuole portino il suo nome.

Ritornando ad Orlando Bosch il leader della Rivoluzione, basandosi su diverse fonti, ha assicurato che, durante un viaggio in Cile, questo criminale riconosciuto ed il CORU si impegnarono ad uccidere personalità cilene in esilio per ordine della Giunta Militare fascista. “Dal gennaio 1974 al novembre 1975”, ha precisato, “avvennero gli assassinii del generale Carlos e di sua moglie in Argentina, si attentò a Roma alla vita del vicepresidente della Democrazia Cristiana cilena Bernardo Leighton e furono commesse quattordici azioni terroristiche contro missioni diplomatiche cubane in numerosi paesi”.

“Nonostante questa traiettoria così criminale, Bosch venne liberato nel febbraio 1988 dalle autorità venezuelane di allora, si trasferì a Miami e ricevette il perdono presidenziale di Bush padre, continuando a vantarsi ancora oggi del suo lungo curriculum terroristico, senza mostrare il benchè minimo segno di pentimento”, ha sentenziato Fidel.

Il Presidente cubano ha messo in risalto l’editoriale del giornale ‘San Francisco Chronicle’, intitolato “Un terrorista per definizione”, che inizia la sua analisi mettendo sotto accusa la condotta dell’Amministrazione USA per mezzo di una domanda e di una risposta: “Quando un terrorista non è terrorista? Quando è un combattente per la ‘libertà’ antiCastro che si nasconde in Florida”.

E continua: “La Casa Bianca non deve perdere tempo ad estradare Luis Posada Carriles…”

Il leader della Rivoluzione ha menzionato altri dispacci dove si chiede che il processo venga fatto a Panama da coloro che hanno liberato Posada ed i suoi tre complici e si fa riferimento alla richiesta formulata da quasi un centinaio di personalità cilene al Governo del Presidente Ricardo Lagos, affinchè sostenga la richiesta di estradizione del noto criminale.

Da Granma Internacional L’Avana. 13 Maggio 2005